L’Anno di san Giuseppe con Luigi di Montfort: il desiderio della Sapienza
Abbiamo visto in precedenza che Luigi Maria di Montfort nel contemplare Giuseppe privilegia la prospettiva della sapienza. Alcune considerazioni.
La prima riguarda lo stesso Montfort. La Sapienza è il cuore della sua esperienza e della sua proposta spirituale. La ricerca e l’acquisto della Sapienza, Gesù Cristo incarnato e crocifisso, follia agli occhi degli uomini, è tutto il suo desiderio, che lo ha animato e appassionato durante tutta la sua vita e per il quale si è fatto mendicante di preghiere.
Così scrive nella Lettera 16, indirizzata a Maria Luisa di Gesù: «Oh, quando possiederò questa amabile e sconosciuta Sapienza? Quando verrà ad abitare presso di me?… Ah, quando sarò crocifisso e perduto per il mondo?».
E nella Lettera 15: «… la Sapienza verso la quale sospiro notte e giorno». Tutta la sua vita è stata attraversata da questo sospiro d’amore, fino a vibrare negli ultimi suoi istanti: «O mia gioia, mia luce, mia vita, io ti desidero con tutto il cuore; sospiro con indicibile ardore di essere un giorno unito a te, per amarti e glorificarti con tutta la purezza e la perfezione possibile» (Preparazione alla buona morte, 48).
Nel Cantico 124, alla strofa 1, prega:
«O Sapienza, vieni! / È un povero che ti sta cercando.
Per il sangue del mio Gesù, per le viscere di Maria /
non andrò deluso».
Anche nell’azione missionaria, l’unico scopo di Luigi Maria di Montfort è che tutti crescano “nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, la Sapienza incarnata” (AES 12). Infatti, «Conoscere Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, è sapere abbastanza. Sapere tutto e non conoscere Lui, è non saper nulla», scrive nell’AES 11.
La seconda considerazione. L’invocazione a san Giuseppe si trova nel metodo per recitare il rosario ad uso delle Figlie della Sapienza. Il Padre di Montfort ha voluto per loro una spiritualità segnata dall’amore per Cristo, Sapienza eterna ed incarnata, e la missione di esprimere con la loro vita il suo amore folle per ogni uomo, in particolare per i più poveri. Montfort stesso iscrive Maria Luisa di Gesù, la prima Figlia della Sapienza, alla scuola della Sapienza e nelle Regole per la nuova fondazione ricorda che «Il fine interiore delle Figlie della Sapienza è l’acquisto della divina Sapienza» (cfr. n.1).
Una terza considerazione riguarda la cornice dei misteri dolorosi dentro la quale l’invocazione a san Giuseppe si colloca. Nell’esperienza e nell’insegnamento di san Luigi Maria i dolori che Gesù ha voluto soffrire e la Croce da lui abbracciata sono il culmine e la testimonianza più profonda dell’amore della Sapienza per l’uomo. Proprio la contemplazione dei misteri dolorosi suscita l’amore per la Sapienza e il desiderio di possederla (cfr. AES 154).
Il riferimento alle Figlie della Sapienza permette, quindi, di comprendere meglio l’oggetto specifico dell’invocazione a san Giuseppe che è l’ottenimento della Sapienza. San Luigi di Montfort pensa a loro, alla loro crescita spirituale e al compimento della loro vocazione. Chiede di pregare per avere la sapienza e di farlo per l’intercessione di san Giuseppe.