«Volare in alto vivendo Cristo in noi per Maria» L’omelia di mons. Fabio Dal Cin nella solennità di san Luigi di Montfort
Fratelli e sorelle, fratelli nell’Ordine Sacro, vi rinnovo il saluto nella gioia e nella pace del Signore.
Vogliamo raccogliere nella Parola di Dio alcuni spunti per la nostra vita spirituale. Il vangelo ci parla di tutti coloro che in ogni parte del mondo dedicano la vita ad annunciare il vangelo a quanti ancora non lo conoscono e a quanti, pur avendolo conosciuto, devono imparare a tradurlo nella realtà quotidiana.
E noi siamo gli eredi di coloro che per primi hanno lasciato le loro case in obbedienza alla parola del Vangelo che abbiamo sentito: “Andate…ammaestrate…battezzate”. Non dobbiamo, dunque, temere le difficoltà, le prove che incontriamo sul nostro cammino. Non dobbiamo temere nemmeno i sacrifici più ardui perché Gesù – ci assicura la divina Parola – è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Tutti i giorni il Signore è con noi.
E con noi c’è anche Maria. La pagina degli Atti degli Apostoli ci presenta la Vergine che radunava i discepoli in preghiera, per invocare lo Spirito Santo. E così, dice papa Francesco, Maria ha reso possibile l’esplosione missionaria che avvenne a Pentecoste. Perciò senza di lei – dice il Papa – non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione.
Se ci pensiamo bene, questa fu anche la strategia vincente della missione evangelizzatrice di san Luigi Maria di Montfort. E conferma, quello che dice il Papa, quanto sia attuale il vostro carisma. La Vergine è la strada privilegiata per incontrare il Signore. Lui è il nostro unico e, perciò, necessario Salvatore perché, come scriveva il Fondatore, solo da lui dobbiamo dipendere. Cristo è la nostra unica via che ci deve condurre, l’unica verità che dobbiamo credere l’unica vita che ci deve vivificare. E Maria? Maria è la strada maestra per trovare Gesù, per amarlo – come scrive – teneramente e servirlo fedelmente.
E allora il nostro ringraziamento a Dio è proprio per il dono che voi siete oggi monfortani per tutta la Chiesa. Siete un dono e un richiamo a non separare mai Maria da Gesù e riproporre il valore pastorale della devozione alla Vergine nel condurre gli uomini a Cristo.
Per questo vostro carisma non potete non essere a Loreto. E in questo momento mi sento anche di confidare un sogno: che Loreto ritorni ad essere il luogo della formazione dei missionari monfortani. È un sogno, lo consegnamo al Signore, perché nella Santa Casa il vostro fondatore ha avuto l’ispirazione, quell’ispirazione di cui noi oggi siamo qui a rendere grazie. Il vostro fondatore si sentiva particolarmente attratto dalla Santa Casa. Ed era un’attrattiva che scaturiva non da una forma devozionale, devozionistica, ma dalla persuasione che il mistero dell’Incarnazione con la cooperazione di Maria è la sintesi di tutta la redenzione e, a suo dire, il mistero più nascosto, più alto e meno conosciuto.
Sappiamo, come è stato ricordato all’inizio dell’Eucaristia, che nel 1706 giunse a Loreto come pellegrino e vi rimase quindici giorni, celebrando la santa messa tra le pareti della Santa Casa, con un fervore così grande che le cronache del santuario dicono che il suo volto si trasfigurava, a tutti sembrava un angelo. Persino un loretano rimase talmente edificato che, venuto a sapere dell’estrema povertà del misterioso pellegrino, gli offrì gratuitamente vitto e alloggio per tutto il tempo che rimase a Loreto.
Cari amici, la Santa Casa e il vostro carisma monfortano rivelano una profonda assonanza teologica e spirituale. La Santa Casa e il vostro carisma, infatti, richiamano la visione cristologica della salvezza e l’importanza di Maria per giungere a Cristo. E quanto è necessario oggi contemplare Cristo come Maria e con Maria.
E come missionari del Vangelo, la Santa Casa e il vostro carisma ci ricordano, inoltre, l’attualità dello stile missionario di Maria, fatto di tenerezza, di affetto di compassione, di umiltà, di quotidianità, di calore domestico. Sono poi anche i richiami continui che ci giungono dal magistero di papa Francesco. Ma il carisma vostro e il carisma del santuario della Santa Casa ci richiamano anche quegli atteggiamenti che san Paolo VI ha sintetizzato e descritto nell’insuperabile esortazione apostolica Marialis cultus: la Vergine in preghiera, la Vergine in ascolto, la Vergine Madre, la Vergine offerente.
Soprattutto la Santa Casa e il vostro carisma ci aiutano ad abitare con Maria in Gesù, ad abitare nella Parola di Dio; ci assicurano che la Madonna è sempre con noi in ogni evento della vita quotidiana e ci sostiene come Madre nel crescere in quella grazia di cui lei è stata ricolmata per singolare privilegio fin dall’inizio della sua esistenza terrena e che a noi è stata donata nel Battesimo.
In questo momento così importante per la nostra vita e per l’esperienza di vita del carisma monfortano, noi desideriamo rinnovare in questa Eucaristia la disponibilità a servire il Signore, ad essere utili a tutti coloro che il buon Dio ci fa incontrare. Vogliamo anche chiedere la grazia del Giubileo lauretano, la grazia di volare in alto vivendo Cristo in noi per Maria. E a Maria rinnoviamo oggi il nostro affidamento, sostenuti dalla preghiera e dall’esempio del vostro Santo Fondatore: «O Vergine Madre, noi ti salutiamo, ti veneriamo, ti benediciamo, ti offriamo i nostri cuori con dedizione sincera e affetto di figli e ti chiediamo di condurci alla conoscenza piena del mistero di Cristo tuo figlio, per la forza dello Spirito Santo che ha fatto di te la dimora di Dio sulla terra».
(Chiesa Maria Regina dei cuori, Bergamo, 28 aprile 2021)