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«La partecipazione degli associati laici nella missione monfortana».

In occasione della festa di san Luigi di Montfort e della Beata Maria Luisa di Gesù, il superiore generale dei missionari monfortani, padre Luiz Augusto STEFANI, ha indirizzato una lettera ai fratelli e sorelle Associati laici e a tutta la Famiglia monfortana, in particolare ai membri dell’Associazione Maria Regina dei Cuori, dal titolo: “La partecipazione degli Associati laici alla missione monfortana”.

Il superiore generale desidera con questa lettera incoraggiare a riscoprire e a condividere tra tutti il tesoro della spiritualità e della missione lasciata in eredità da san Luigi di Montfort. Inoltre, scrive: «Vorrei evidenziare l’identità e la missione dei laici in vista di una collaborazione missionaria più profonda e più stretta nell’insieme della Compagnia di Maria».

È dagli anni del Concilio Vaticano II che i pastori della Chiesa hanno ridato centralità alla vocazione e alla missione dei laici nel Popolo di Dio e nel mondo. Padre Stefani nella sua lettera ripercorre brevemente i contributi del Magistero, lasciandosi in particolare provocare dall’insegnamento di papa Francesco. «Tutti facciamo il nostro ingresso nella Chiesa come laici. Il primo sacramento, quello che sugella per sempre la nostra identità, e di cui dovremmo essere sempre orgogliosi, è il battesimo. (…) Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare. Ci fa bene ricordare che la Chiesa non è una élite dei sacerdoti, dei consacrati, dei vescovi, ma che tutti formano il Santo Popolo fedele di Dio» (Lettera al card. Marc Oullet, 19 marzo 2016).

Per padre Stefani il tema della « vocazione e missione» dei laici è importante anche per la vita della Compagnia di Maria. Egli attinge dapprima all’esperienza apostolica di Luigi di Montfort. La biografia del Fondatore è tutta costellata di figure maschili e femminili che lo hanno sostenuto e affiancato nell’azione missionaria e  con le quali intrattiene relazioni intense. Una particolarità in Luigi di Montfort è, inoltre, la creazione di gruppi o associazioni religiose per diverse categorie di laici, in quanto sono per lui  un mezzo efficace di perseveranza nei frutti della missione.

Alla luce dell’esperienza del Fondatore, p. Stefani traccia nella sua lettera l’identikit dell’associato monfortano. È colui che si ispira alla vita e agli ideali missionari del Santo di Montfort, che si impegna nel rinnovamento del proprio stile di vita, nella riscoperta e riappropriazione delle promesse battesimali con la consacrazione a Gesù per Maria. Naturalmente questo presuppone l’incontro personale con Cristo, lasciandosi prendere per mano da Maria, la consapevolezza della chiamata alla santità e la scelta di una vita di testimonianza, avendo come modello Luigi di Montfort, riconosciuto come fonte di ispirazione, amico, fratello, maestro, guida.

Infine, il superiore generale propone ventisette testimonianze di laici e religiosi di tutti i Continenti che hanno incontrato Luigi  di Montfort e provano a seguire i suoi insegnamenti. 

La Compagnia di Maria ha fatto dei passi in questi anni ed è alla ricerca di forme nuove e più efficaci di collaborazione con tutti coloro che hanno abbracciato la spiritualità di san Luigi Maria. L’auspicio, scrive ancora il superiore generale, è che la lettera possa incoraggiare tutte le comunità della Congregazione a promuovere incontri, assemblee, giornate di spiritualità per cercare nuove forme di collaborazione e aprire nuove strade per la missione monfortana.