Vita di san Luigi Maria Grignion di Montfort (IV parte: una vita consumata per il Vangelo)
Gli ultimi cinque anni della vita di Montfort sono molto intensi pastoralmente, in cui instancabilmente si dedica a predicare le missioni, sempre con grandissima energia ed entusiasmo, e spostandosi a piedi da un luogo all’altro.
Le sue missioni hanno una grande influenza, soprattutto in Vandea. Si è detto che una delle ragioni che hanno mantenuto gli abitanti di questa regione fortemente opposti alle tendenze antireligiose e anticattoliche della Rivoluzione francese 80 anni più tardi, è stata la loro fede illuminata dalla predicazione di san Luigi Maria.
Nelle sue missioni popolari evangelizzava e catechizzava tutta la parrocchia, facendo durante il giorno il catechismo agli adulti, ai bambini e separatamente anche ai soldati. Per coinvolgere sempre più il popolo durante le missioni e imprimere meglio il suo insegnamento, compose numerosi “Cantici” (165 che conosciamo), e che erano come piccole catechesi sui vari temi della fede, e che faceva cantare sulle melodie dell’epoca conosciute praticamente da tutti.
Nonostante il ritmo intenso delle missioni, nel 1712 trova il tempo per scrivere il “Trattato della vera devozione a Maria”, la sua più grande e famosa opera; e anche il “Segreto di Maria”. Le due opere con i quali ha voluto trasmettere per iscritto il suo insegnamento ed esperienza personale della vera devozione a Maria come “il più meraviglioso dei segreti” e come la “via più breve, più facile e più santa” per arrivare alla conoscenza e l’unione con Cristo Sapienza, e per vivere fedelmente la nostra vocazione battesimale.
Nel Trattato esporrà la sua proposta del cammino spirituale conosciuto come la “Consacrazione a Gesù Cristo per mezzo di Maria”, che predicherà nelle sue missioni, e che si riassume nel famoso motto “Totus tuus”.
Montfort intanto percorreva tanti paesi e parrocchie in cui faceva le missioni al popolo. Alla missione di Dinan rimane legato il ricordo di una storia suggestiva. Alla sera, dopo una giornata intensa, Luigi è ancora per le vie: ritorna a casa da un incontro di carità. Ed ecco, intravede nell’ombra una forma umana coricata per terra, intuisce un lamento. Un fremito scuote il padre di Montfort. Si curva sul poveretto, scoprendo un viso mangiato da una lebbra ributtante. Il cronista racconta: “Non attese che quel disgraziato gli chiedesse soccorso, gli parlò per primo”. Che fare, data l’ora tarda? Luigi solleva l’uomo e si dirige verso la casa dei missionari. Il portiere dorme profondamente e i ripetuti colpi alla porta stentano a risvegliarlo. Allora si leva nel buio la supplica fremente, il grido nel quale è tutto il cuore di Luigi Grignion: “Aprite… Aprite a Gesù Cristo!”
Qualcuno dei vicini si sarà, forse, destato di soprassalto udendo quella voce che squarcia la quiete e le tenebre. Finalmente, un cigolare di chiavistelli, un respiro di sollievo da parte di Luigi… stanotte, l’uomo sfigurato dalla tristissima malattia dormirà nel letto del padre di Montfort.
San Luigi fece anche due lunghi viaggi, uno a Parigi e l’altro a Rouen, per cercare dei candidati per la sua “Compagnia di Maria”, che sognava sempre più spesso, e che dovrebbe continuare la sua opera missionaria ed evangelizzatrice. Desiderava una piccola Compagnia dei missionari che andrebbero dappertutto a portare l’annuncio del Vangelo. Scrive anche le “Regole della Compagnia di Maria” per i suoi missionari. Tra le missioni ogni tanto si ritirava in luoghi tranquilli e isolati, nella foresta o in un piccolo “eremo” vicino a La Rochelle.
Le sue missioni avevano sempre una grande influenza sul popolo, ma Padre Luigi trovò sempre difficoltà a persuadere altri preti ad impegnarsi con lui come membri della Compagnia di Maria. Finalmente, nel 1715, due sacerdoti, Rene Mullot e Adrien Vatel, si unirono a lui, e più tardi anche alcuni Fratelli entrarono a far parte del gruppo.
Con l’aiuto del vescovo, che gli rimase sempre amico, fondò una scuola per i bambini poveri di La Rochelle e chiamò Maria Luisa e Caterina, che da dieci anni aspettavano pazientemente a Poitiers, perché se ne occupassero. È l’anno 1715 quando si dedica alla fondazione del nuovo istituto e con Maria Luisa scrive la Regola, approvata dal vescovo. Finalmente le due fanno la professione religiosa e così nasce la congregazione delle “Figlie della Sapienza”.
Ben presto molte altre sorelle si unirono a loro. Montfort susciterà anche la nascita di una terza famiglia religiosa monfortana: i Fratelli di san Gabrielle, che si occuperanno per l’educazione cristiana dei ragazzi e dei giovani. Questo carisma sarà ispirato dai fratelli che facevano insieme con padre di Montfort le missioni dedicandosi particolarmente al catechismo dei bambini e ragazzi.
Nel 1716 durante la missione di Villiers-en-Plaine organizza un pellegrinaggio del gruppo Penitenti bianchi, da lui creato a Saint-Pompain, al santuario di Saumur, per ottenere da Dio dei missionari.
Fino a quel l’anno san Luigi ha predicato circa 200 missioni. Nella sua vita missionaria ha percorso a piedi più di 25 000 km.
L’intensa vita di san Luigi lo porterà a consumarsi in breve tempo.
Nell’aprile del 1716, sfinito dalle fatiche missionarie, Luigi Maria arriva a Saint-Laurent-sur-Sevre per iniziare la predicazione di una missione. Si ammalò gravemente e cade a letto. Il 27 detta il testamento e muore il martedì 28 aprile a soli 43 anni. Prima di morire teneva in una mano la croce regalata dal papa Clemente XI e in altra la statuina della Madonna che portava sempre con sè. Raccolse ancora poche energie e intona il cantico che lui stesso compose: Su andiamo, cari amici, su andiamo in Paradiso!
Le sue ultime parole furono: “Invano mi tenti, sono tra Gesù e Maria. Deo gratias et Mariae! Non peccherò più!”. Migliaia di persone accorrono ai suoi funerali nella chiesa parrocchiale e poco dopo si sparge la voce che sulla tomba accadono i miracoli.
I due sacerdoti della Compagnia di Maria, i padri Mullot e Vatel, si ritirano a Saint-Pompain insieme con alcuni Fratelli e solo due anni più tardi riprenderanno l’opera tanto cara a san Luigi: la predicazione delle missioni.
San Luigi di Montfort viene solennemente beatificato il 22 gennaio 1888 da parte di Leone XIII. Viene canonizzato il 20 luglio del 1947 dal Papa Pio XII. La sua statua è presente nella basilica di san Pietro in Roma.
La sua tomba si trova nella Basilica san Luigi di Montfort a Saint Laurent sur Sevre, nel paese dove fece la sua ultima missione e dove è morto da un santo. Accanto la sua basilica si trova anche la Basilica di beata Maria Luisa Trichet, la fondatrice delle Figlie della Sapienza.
Le Congregazioni che ha dato alla Chiesa, la Compagnia di Maria, le Figlie della Sapienza e i Fratelli di san Gabriele (congregazione che si è sviluppata dal gruppo dii Fratelli riuniti da san Luigi), crescono e si propagano prima in Francia e poi in tutto il mondo. Esse continuano a testimoniare il carisma di san Luigi Maria, prolungando la sua missione, che è quella di stabilire il Regno di Dio, il Regno di Gesù per mezzo di Maria.
Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Mater, del 25 marzo 1987, lo indica come testimone e guida della spiritualità mariana. Lui stesso prenderà san Luigi di Montfort come suo maestro spirituale e la spiritualità della consacrazione “Totus Tuus” segnerà profondamente il suo cammino di fede e di vita spirituale. Quando nel 1958, è nominato da Pio XII vescovo ausiliare di Cracovia, sceglie dal Trattato, n. 216 la frase Totus tuus come motto episcopale che poi conserverà anche come Papa. Le parole Totus tuus sono l’inizio della breve formula con cui san Luigi di Montfort riassume la preghiera della consacrazione: “Io sono tutto tuo, mia amata sovrana, e tutto ciò che è mio ti appartiene”. (Trattato n. 266).
Il 20 luglio 1996 ne ha inserito la memoria nel Calendario generale della Chiesa, assegnandola al 28 aprile.
Il vero segreto della vita di santità di san Luigi è rappresentato dalla devozione a Maria. È qualcosa di non solo personale, ma che insegna ovunque egli vada. Creerà la confraternita di Maria Regina dei cuori e scriverà libri che hanno fatto la storia della devozione mariana, quali il “Trattato della vera devozione a Maria” e il “Segreto di Maria”. Esortava tutti a pregare il Santo Rosario come una preghiera efficace che ci porta in Paradiso: “Vi prego dunque vivamente, recitate il Rosario: al momento della morte benedirete il giorno e l’ora in cui mi avete creduto. E, dopo aver seminato nelle benedizioni di Gesù e di Maria, raccoglierete benedizioni eterne nel cielo” (Trattato della Vera Devozione)
Due motti hanno caratterizzato la sua vita: Deo soli, fare tutto e solo per la gloria di Dio, e Ad Iesum per Mariam, andare a Gesù per mezzo di Maria.
La sua vita era una testimonianza viva di come va vissuta una vita totalmente dedicata alla gloria di Dio e spesa al servizio del prossimo aiutando gli uomini a scoprire la bellezza della vita in unione con Gesù e Maria.