Testimonianza vocazionale di David
Abbiamo già annunciato con grande gioia la prossima ordinazione sacerdotale di David e Josip che si svolgerà il sabato 10 luglio in chiesa parrocchiale di san Luigi di Montfort a Roma. Alla vigilia di questo evento ho chiesto ai due confratelli se potessero darci una loro testimonianza.
Oggi vi presentiamo la testimonianza di David e del suo percorso vocazionale.
Una buona lettura!
La vita riprende e fiorisce dove abbonda la grazia
Grazie di poter condividere questa mia testimonianza con la quale semplicemente vorrei percorrere brevemente il mio percorso vocazionale che il sabato prossimo mi porterà alla mia ordinazione sacerdotale.
Sono David Giapunda Mukwabadi, monfortano della Repubblica Democratica di Congo. Vengo dalla diocesi di Kikwit, parrocchia Santa Teresa di Gesù Bambino (Missione Cattolica Kikombo). Sono nato il 2 aprile 1978, battezzato il 3 luglio 1989 e cresimato il 31 maggio 1998.
Come è nata la mia vocazione?
È nata quando avevo circa 9 anni in un contesto di incontri di amicizia con padre Jacques, un cistercense olandese. Mio padre era incaricato di acquistare prodotti agricoli per il monastero. Ogni mese p. Jacques doveva venire a ritirare questi prodotti. Tutto è iniziato nel 1989, quando ero al 5 ° anno di elementare. Studiavo in una scuola situata a più di 3 km dal mio villaggio. Ci andavamo a piedi. A scuola si mangiava a sacco a pranzo e ognuno doveva portarsi qualcosa da mangiare. Sfortunatamente, non tutti avevano da mangiare. Io mangiavo tranquillamente e non facevo niente per loro; come se loro non esistessero.
Un giorno p. Jacques mi ha fatto delle domande sui miei studi, e da lì uscì anche la questione della carità. Il discorso era talmente affascinante e gli ho chiesto ma cosa significa? Cosa devo fare? Egli mi ha risposto, potresti “a scuola dare da mangiare a chi non ce l’ha”, “dare i pantaloni e le camicie agli orfani del tuo villaggio”. Ho scoperto che coloro a cui mancava il cibo erano gli orfani di cui non ci si prendeva cura.
Da questi fatti nasce il mio desiderio di ricevere il battesimo, e poi di diventare sacerdote come p. Jacques. Accanto all’evento del mio Battesimo nasce e si radica la relazione profonda con la Beata Vergine Maria. Ecco perché per me, pregare, è pregare con Maria.
Iniziavano così a notarsi in me gli atteggiamenti di uno che poteva diventare sacerdote. A un certo momento mi è stato vietato ad avvicinarmi a p. Jacques per dimenticare questa mia idea e desiderio. Così, al mio cammino vocazionale si apre un lungo percorso che sarà segnato dai momenti di gioia ma anche di prova e di crisi.
Nel 1997, mentre stavo per finire il liceo, riaffiorò l’idea di diventare prete. La mia famiglia si è opposta a questa mia idea. Dicevano che era una perdita di tempo. Nel gennaio 1998, sono entrato a far parte del gruppo vocazionale parrocchiale (San Mattia Murumba), e scelsi il padre Georges Van Ruymbeeck (un gesuita belga) come direttore spirituale. Egli mi ha suggerito di unirmi all’associazione di carità di San Vincenzo de’ Paoli. L’esperienza con questa associazione motiverà ulteriormente la mia passione per il servizio ai poveri.
Intanto la mia famiglia voleva che andassi a studiare la Medicina all’università. Di fronte alla loro pressione ho accettato e mi sono trasferito alla capitale Kinshasa, circa 700 km dal mio villaggio. Il progetto di studiare la medicina non ha avuto però un successo, e così ho lasciato gli studi nonostante l’insistenza e la pressione dei miei genitori. Da quel momento decido di non far dipendere più dalla famiglia la scelta del mio futuro, e di mettermi in ricerca di una Congregazione dove potrei realizzare la vocazione religiosa e sacerdotale. Scelsi padre Louis (un comboniano togolese) come direttore spirituale dopo aver sentito una volta alla radio la sua storia vocazionale. La sua famiglia non era credente e non voleva che lui diventasse cristiano, e soprattutto un sacerdote. Fu in quel periodo che vidi in un libro il nome della Congregazione dei Religiosi di San Vincenzo de’ Paoli. Il nome del santo mi ha attratto e ho deciso di iniziare un cammino vocazionale con loro. Nel luglio del 2001 ho sostenuto il test di ammissione e a settembre ho iniziato l’esperienza nella Congregazione. Ma il mio cammino vocazionale viene interrotto a settembre 2011, senza conoscerne il motivo.
All’inizio del 2012 inizio a lavorare presso la stamperia dei Paolini come responsabile del servizio clienti. Ed è lì che ho incontrato nel mio ufficio padre Jean de Dieu Bokumu (un padre monfortano congolese) e poi padre Eugenio Cucchi, altro padre monfortano italiano. Con loro comincio a conoscere i Missionari monfortani e così ho iniziato un cammino di discernimento vocazionale. Nella Veglia Pasquale, il 30 marzo 2013, faccio la richiesta a p. Eugenio di entrare dai Missionari monfortani. Nell’ottobre 2014, inizio il postulandato monfortano a Kisangani in Congo. Vengo ammesso al noviziato e a settembre 2015 arrivo in Francia per continuare il mio percorso al noviziato internazionale a Montfort. Il 27 agosto 2016 a Saint Laurent sur Sèvre faccio la mia prima professione. A settembre dello stesso anno, mi trasferisco a Roma per continuare e concludere gli studi di teologia.
Avendo conosciuto l’esperienza dei due fondatori, posso dire che san Luigi di Montfort per me è stato un altro San Vincenzo de Paoli, il santo della carità.
Dopo lungi 20 anni del mio cammino di ricerca, di discernimento e di formazione, per realizzare la mia vocazione sacerdotale e religiosa, alla vigilia della mia ordinazione sacerdotale, sento di poter dire che tanti momenti di prova e di smarrimento che ho vissuto, alla fine mi hanno aiutato molto a crescere, a maturare e radicare ancora di più la mia vocazione e quel desiderio di consacrarmi al Signore.
Grazie al Signore e alla mano che mi ha guidato e continua a guidarmi nel cammino di fede infondendomi coraggio, perseveranza e speranza. Questa mano è la mano della Beata Vergine Maria, Madre di Dio, che mi ricorda che
“Nulla è perduto e impossibile per Dio; la vita riprende e fiorisce dove abbonda la grazia”.
Il sacerdozio non è un diritto da conquistare ma un dono e una grazia da accogliere e vivere nel generoso servizio e nel dono di sé a Dio e agli altri.
David Giapunda Mukwabadi, SMM