Maria, beata per aver creduto
Ascolto la Parola di vita
Dal Vangelo secondo Marco (3,41b-35)
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Contemplo con Luigi di Montfort
Dal Trattato della vera devozione a Maria (VD 175)
«La Vergine santa ti farà partecipe della sua fede: una fede che vinse, quaggiù, quella dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli e dei santi. Ora che regna in cielo, Maria non possiede più tale fede, poiché vede chiaramente tutte le cose in Dio con la luce della gloria. Tuttavia, per beneplacito dell’Altissimo, ella non la perse entrando nella gloria: l’ha mantenuta per conservarla nella Chiesa militante, a favore dei suoi più fedeli servi e serve».
Rifletto
La benedizione di Elisabetta a motivo della fede che ha reso possibile l’incarnazione del Verbo, racchiude la grandezza di Maria. Canta Luigi di Montfort: «La Santa Vergine è lodata solo / per la sua fede nel Signore. / È la fede che l’ha consacrata Madre del suo Creatore» (C 6, 22). E’ grande perché, nella libertà, ha dato a Dio la sua fede, concependo Cristo prima nel cuore e poi nel corpo.
Credere ha costituito anche per la Vergine Maria una particolare fatica del cuore. Il suo cammino di fede ha dovuto passare il vaglio dell’oscurità, dell’incomprensione, del dolore. Tutto questo con un coinvolgimento non di un giorno, un mese, un anno, ma di tutta una vita. Maria non ha creduto “una tantum”, una volta per tutte. Tutta la sua vita, dall’annunciazione al Calvario, è un cammino di fede.
Luigi di Montfort sottolinea che se noi accogliamo Maria nella nostra vita spirituale, lei ci rende partecipe della sua fede. Per questo prega: «Degna Madre di Dio, Vergine pura e fedele, / comunicami la tua fede. / Io avrò la Sapienza per mezzo di essa. / E tutti i beni verranno in me» (C 124,8). “Comunicami la tua fede”: Luigi di Montfort è consapevole che vi è un legame stretto tra la nostra vita di spirituale e l’azione materna di Maria. La fecondità della fede della Vergine deve prolungarsi fino a noi. Nell’annunciazione Maria ha consegnato la sua fede a Dio perché si compisse il mistero dell’Incarnazione! Mettendo le radici della sua fede in noi, ancora oggi la consegna allo Spirito perché Egli incarni in noi Cristo!
È bello il pensiero, suggerito da Luigi di Montfort, che Maria entrata nella gloria, sebbene veda ormai con chiarezza ogni cosa in Dio, tuttavia conservi la sua fede per comunicarla a noi, per mantenere viva la nostra, per nutrirla, ravvivarla e difenderla!
Nel sacramento del Battesimo è iniziato il nostro cammino di fede che, sappiamo, dura tutta la vita e non è mai finito. La fede non è mai scontata. La patina della sapienza del mondo si può depositare su questo dono, rendendolo opaco. Può venir meno la disponibilità a lasciare che la fede plasmi i pensieri, gli affetti, la mentalità, i comportamenti di ciascuno di noi. Allora, c’è bisogno che Maria ci ottenga il dono di una fede matura, che assomigli per quanto possibile alla sua, una fede limpida, genuina, umile e al tempo stesso coraggiosa, intrisa di speranza e di entusiasmo per il Regno di Dio, una fede esente di ogni fatalismo e tutta protesa a cooperare in piena e gioiosa obbedienza alla divina volontà.
Prego
«Accorda, o Signore,
a noi tutti che vogliamo servirti con Maria,
quella pienezza di fede in te e di fiducia in lei
che danno la certezza di vincere il mondo.
Dacci una fede viva, animata dalla carità,
che ci renda capaci di compiere tutte le nostre azioni
per un motivo di puro amore per te
e di sempre vederti e servirti nel prossimo;
una fede ferma e incollabile come una roccia,
con la quale restare calmi e costanti
in mezzo alle croci, le fatiche e le delusioni della vita;
una fede coraggiosa che ci guidi
a iniziare e compiere senza esitazioni
delle buone opere per Dio e per le anime;
una fede che sia la colonna di fuoco
che ci conduca uniti nel nostro intento
ad accendere dappertutto il fuoco dell’amore divino
ad illuminare coloro che siedono nelle tenebre
e nell’ombra della morte,
ad infiammare i tiepidi e richiamare alla vita
coloro che sono sepolti nella morte del peccato;
una fede che guidi i nostri passi
nel cammino della pace,
perché dopo le lotte di questa vita,
senza lamentare la perdita di un solo di noi,
possiamo riunirci nel regno
del tuo amore e della tua gloria.
Amen».
cfr. adattamento VD 214)