Maria, aiuto dei cristiani
Ascolto la Parola di vita
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (12,1-5)
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono.
Contemplo con Luigi di Montfort
Dal Trattato della vera devozione a Maria segreto (VD 210; cfr. VD 50)
«Dei buoni uffici che la Vergine santa esercita verso i suoi figli e servi fedeli, il quarto consiste nel difenderli e proteggerli contro i loro nemici (…) Si mette attorno a loro per difenderli dallo sparviero e dall’avvoltoio, e li accompagna “come schiere a vessilli spiegati”. Può forse temere i nemici un uomo circondato da un esercito di centomila uomini ben schierati? Ebbene, un servo fedele di Maria, circondato dalla sua protezione e potenza imperiale, ha meno ancora da temere».
Rifletto
Citando Cantico dei Cantici 6,4, Luigi di Montfort dice che la Vergine Maria è forte e terribile come un esercito schierato in battaglia. È “come schiere a vessilli spiegati” che ci difende e ci protegge.
Nella visione della lotta tra la donna e il drago del libro dell’Apocalisse, la donna rappresenta la Chiesa che nella storia vive continuamente le prove e le sfide dovute al conflitto tra Dio e il maligno. Da una parte è già trionfante perché associata alla gloria del suo Signore e dall’altra è ancora in travaglio. Anche Maria, in un certo senso, condivide questa duplice condizione. Lei, naturalmente, è ormai una volta per sempre entrata nella gloria del Cielo. Ma questo non significa che sia lontana, che sia staccata da noi, tutt’altro! In questo combattimento, che anche noi discepoli di Gesù dobbiamo affrontare, Maria non ci lascia soli. Come «esercito schierato» Maria ci accompagna e lotta con noi. “Dove la Madonna è di casa il diavolo non entra” – ha ripetuto più volte papa Francesco – perché lei si stringe attorno a noi e ci preserva dal male.
Per sentirla più vicina, Luigi di Montfort raccomanda il Rosario. È una preghiera che ha una dimensione “agonistica”, cioè di lotta, perché sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici. Catena dolce che ci annoda a Dio, Ave Maria dopo Ave Maria il Rosario ci lega alla Vergine Santa e ci tiene fermi e ben stretti a lei. Il rapporto filiale, la profonda e convinta sintonia con Maria nel vivere ogni giorno alla luce della fede, ci dà una maturità e una solidità interiore che rende forti e inattaccabili. Il Rosario ci annoda anche a Gesù perché Ave Maria dopo Ave Maria alimenta il nostro desiderio di una conformazione sempre più piena a Lui.
Se pregato bene, il rosario è la fionda con la quale, come novelli Davide, abbattiamo i nemici di Gesù Cristo in noi e la logica mondana attorno a noi (cfr. Preghiera infocata, 8) e nelle nostre mani è arma di pace e di perdono. Anche noi, infatti, siamo costantemente invitati a prendere parte al combattimento tra la Nuova Eva e il drago, a schierarci al fianco di Maria, quando siamo braccati dalla paura, dal pericolo, quando l’annuncio del Vangelo risulta debole e sterili i nostri tentativi.
La Madre di Colui che ha schiacciato il capo al serpente, ci aiuti a seguire Gesù nella lotta contro il male e riusciremo anche noi vincitori come Lui.
Prego
«Quando temo che il demonio
mi privi della grazia,
invoco il tuo santo nome, o Maria.
Tu hai su di lui pieno potere,
tu lo sconfiggi
e mi liberi dalle sue catene.
Quando sono tentato dal maligno
e sono sull’orlo del precipizio,
prendo te come mia protezione, o Maria,
e sarò vittorioso.
Se ho paura
il tuo santo nome
mi rinfranca
e mi rincuora.
Lo invoco con devozione
e nel mezzo della notte
non temo nulla.
Nei miei combattimenti
tu mi dici “Coraggio, figlio mio, coraggio,
io non ti abbandonerò!”».
(cfr. Cantico 159,7; 80.4; 86,4; 77,13)