Montfort: copia vivente di Maria per amare Gesù Cristo
Luigi Maria Grignion di Montfort muore a Saint-Laurent-sur-Sèvre il 28 aprile 1716. Beatificato il 22 gennaio 1888 da Leone XIII, viene canonizzato da Pio XII il 20 luglio 1947 nella basilica di San Pietro a Roma: «In onore della santa e indivisibile Trinità […], dopo l’invocazione del divino soccorso […] Noi decretiamo e definiamo che deve essere ritenuto santo […] il beato Grignion de Montfort».
Dopo l’invocazione e l’orazione speciale del nuovo santo, il papa esalta nell’omelia la fiamma missionaria di san Luigi Maria, la sua ardente devozione alla Vergine, la sua obbedienza e fedeltà alla Chiesa.
L’udienza speciale per i numerosi pellegrini venuti dalla Francia e da ogni parte, riprende gli stessi temi, con stile diretto e familiare: «Salute a voi, pellegrini accorsi da diversi paesi […]. Vi unisce l’amore per Maria, perché tutti vedete in colui che siete venuti a onorare, la guida che vi conduce a Maria e da Maria a Gesù…».
Segue un prolungamento trionfale delle feste vaticane: per tre giorni, il 22, 23 e 24 luglio, la chiesa di Santa Teresa al Corso d’Italia, a Roma, accoglie i pellegrini di tutto il mondo.
Poi è la volta di Montfort-sur-Meu, in Bretagna. La sera del 28 agosto giunge a Montfort l’insigne reliquia del santo conservata a Saint-Laurent-sur-Sèvre, un importante frammento dell’omero. Deposta nella cappellina costruita sul medesimo luogo in cui Luigi Grignion ricevette il battesimo, viene poi solennemente trasportata nella chiesa parrocchiale dove rimane per tre giorni esposta alla venerazione dei pellegrini.
Saint-Laurent-sur-Sèvre avrà il suo triduo, il 12, 13 e 14 settembre. Le vecchie e austere viuzze si rivestono di gioia per celebrare la gloria di Montfort, di cui la città conserva gelosamente il prezioso sepolcro nella chiesa parrocchiale che nel 1963 diventerà Basilica minore grazie a un decreto di Giovanni XXIII.
I festeggiamenti che si erano tributati un po’ dappertutto in Francia al nuovo Santo, si conclusero il 13 giugno 1948 nello scenario del grandioso Calvario di Pontchâteau, quel Calvario che fu la croce più grossa della sua vita tribolata. Mons. Angelo Roncalli, nunzio apostolico a Parigi, accettò di presiedere la celebrazione conclusiva. Dall’alto del Calvario, stando ai piedi del grande Crocifisso, impartì la benedizione finale. Annoterà in una lettera del 26 giugno 1948 indirizzata al vescovo di Bergamo, mons. Bernareggi, : “al Calvario di Pontchateau, in onore di S. Luigi M. di Montfort, all’aria aperta, si contarono da 150 a 200 mila persone: tutte piene di fede, di pietà, di ardore religioso”.
Mons. Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, aveva già presieduto le celebrazioni per la canonizzazione di Luigi di Montfort a Bergamo, presso la comunità dei missionari monfortani, il 21 settembre 1947. La Cronaca della comunità così riassume il panerigirico che il nunzio tenne del santo: «Con voce calda il Rappresentante del Santo Padre ha messo in rilievo prima di tutto la santità vigorosa di San Luigi-Maria, il suo carattere vivace, ardito, impetuoso, santamente originale ed eroico, fiero della povertà e dell’ignominia della Croce, e lo spirito del quale ha saputo permeare i suoi Missionari e le Figlie della Sapienza, felice di cantare morendo la dolcezza di Nostro Signore Gesù Cristo. Il Nunzio presentò poi il Missionario, emulo di San Francesco Saverio, precursore di S. Alfonso come predicatore della SS. Vergine».
In tutto il mondo Montfort continua ancora oggi il suo cammino quale modello da imitare e intercessore da invocare. Rivela soprattutto con la sua opera più conosciuta, il Trattato della vera devozione, il segreto della sua santità: consacrarsi a Cristo per mezzo di Maria. Sarà riconosciuto da Giovanni Paolo II «testimone e maestro» di questa autentica spiritualità (cfr. RM 48).