Vai al contenuto

Sabato 11 maggio, nel santuario di Maria Regina dei Cuori a Roma, è stato conferito il ministero del lettorato a due seminaristi monfortani polacchi: Marek Maciejczuk e Daniel Legutko.

Questo servizio è un passo necessario, per il candidato, al fine della futura ordinazione sacerdotale (can. 1053 del Codice di Diritto Canonico) e deve essere esercitato per almeno un semestre. Corrisponde agli ordini minori preconciliari. Il Vescovo diocesano o il Superiore religioso recita sui candidati una preghiera del Pontificio e consegna loro un libro della Sacra Scrittura. L’abito liturgico del lettore nominato è l’alba; il compito principale è leggere la Parola di Dio nella comunità liturgica.

Il Superiore Provinciale della Provincia Italiana, padre Angelo Sorti, ha presieduto la solenne Eucaristia. All’inizio della celebrazione ha detto che questa è «una piccola tappa che li prepara a ricevere, se Dio vorrà e se loro vorranno, il ministero ordinato del sacerdozio» e poi ha invitato i presenti a pregare e invocare il Signore per il dono delle nuove vocazioni.

Nell’omelia Padre Angelo ha parlato dell’aspetto profetico e dell’ascolto della Parola.

Siamo invitati a diventare una comunità profetica, ad essere i segni di contraddizione. «In fondo essere profeti è essere profondamente missionari». Profeti sono i servitori della Parola. Il profeta non parla con la sua parola, ma con la Parola di Dio, a cui egli appartiene. Siamo invitati ad essere servitori e annunziatori della Parola. La Parola di Dio ti mette in crisi e ti chiede di prendere una posizione.
Sottolineando l’importanza della profezia per la comunità monfortana, Padre Angelo si riferiva al numero due della Preghiera infuocata di San Luigi Maria da Montfort: «Realizza, Signore, i disegni della tua misericordia; suscita gli uomini della tua destra, così come li hai mostrati in visioni profetiche ad alcuni dei tuoi servi più grandi: Francesco da Paola, Vincenzo Ferreri, Caterina da Siena».

Il secondo aspetto è quello dell’ascolto. «A voi oggi, Marek e Daniel, non viene soltanto affidata la Parola da annunciare; ma voi stessi siete affidati alla Parola». Nella lingua greca l’azione di leggere è anche di conoscere. Riconosciamo noi stessi, come ci vede e come ci pensa Dio. Bisogna accettare il fatto di lasciarsi leggere da Dio. La nostra vita dovrebbe essere un libro aperto. Il verbo leggere si collega anche al significato di raccogliere. Ci raccogliamo nella comunità e prendiamo forma mettendoci in ascolto della Parola di Dio: non soltanto un ascolto che è un sentire, ma un ascolto che entra in profondità.