Vita di san Luigi Maria Grignion di Montfort (II parte: I primi anni del sacerdozio)
Gli anni della formazione al sacerdozio sono passati veloce e dopo 8 anni della permanenza a Parigi si è avvicinato il momento della sua ordinazione. Con alcuni seminaristi è stato scelto di compiere il tradizionale pellegrinaggio di ringraziamento a Chartes che lui fece ben volentieri.
Giovane Luigi sa che un importante periodo della sua vita sta finendo e che presto diventerà sacerdote. In quel pellegrinaggio nella preghiera a Maria esprime i suoi desideri e le sue paure, le speranze e le attese. Rinnova la consacrazione della santa schiavitù dell’amore che già fece nel seminario; rinnova il voto della povertà che fece partendo per Parigi; e rinnova il voto della castità che fece nella cattedrale di Parigi davanti alla statua della Madonna. Ora a Maria affida di nuovo completamente tutto sé stesso e il suo futuro ministero sacerdotale.
Ha tanto atteso di essere ordinato sacerdote per dedicarsi all’evangelizzazione e alla salvezza delle anime, ma poco prima dell’ordinazione sente di non essere degno a ricevere gli ordini sacri. Forse su questo senso di inadeguatezza ha influito anche la sua formazione alla scuola sulpiziana che accennava la grandezza e la sublimità della vocazione sacerdotale. San Luigi quasi vorrebbe posticipare l’ordinazione, ma il superiore del seminario e suo controverso padre spirituale Leschassier interrompe l’incertezza di Luigi e stabilisce la data dell’ordinazione.
Il 5 giugno del 1700 Luigi di Montfort venne ordinato sacerdote nella cappella arcivescovile vicino a Notre-Dame. Dopo pochi giorni celebra la sua prima messa all’altare della Madonna nella Chiesa di San Sulpizio. Un testimone presente a quella messa diceva: “Ho visto un angelo all’altare!” Durante tutta la sua vita san Luigi vivrà la santa Messa come momento centrale della sua vita spirituale e apostolica, celebrandola con grande devozione e raccoglimento.
Scelta della vita missionaria
Ora san Luigi è pronto per “scatenarsi” nelle attività di apostolato come lo aveva in mente, ma prima di lanciarsi rimane ancora qualche mese a Parigi. Intanto il superiore del Seminario gli chiede se volesse rimanere nel seminario e lavorare nella formazione, mostrandogli con questo gesto una grande stima e fiducia nei suoi confronti. Ma lui è spinto dal desiderio di una vita missionaria, specialmente fra i poveri e gli ultimi nella società.
A settembre, padre Luigi viene inviato nella città di Nantes, affidato ad una comunità missionaria del sacerdote Renato Léveque. Questi aveva creato in quella città una comunità di predicatori delle missioni popolari, e arrivato ormai alla vecchiaia più avanzata, ha bisogno di nuove forze e giovani preti da avviare alla predicazione. Luigi Maria accetta, convinto com’è, che la vita di seminario non faccia per lui e che si sente portato verso la vita apostolica.
È pieno di speranza perché pensa di poter fare molto di quello che aveva in mente, ma trascorre l’inverno in penosa inattività: la comunità non è in grado di soddisfare le sue attese e sue esigenze di apostolato. Non vuole scendere ai compromessi di uno stile di vita rilassante di fronte ai suoi desideri e ideali di santità. Considera varie soluzioni, anche di diventare eremita, ma in lui vince sempre la convinzione d’essere chiamato a “predicare le missioni ai poveri”. Diceva anzi, che il suo progetto era quello di fondare “una piccola compagnia di sacerdoti missionari” sotto lo stendardo della Madonna. Tra i suoi desideri, già da seminarista, era anche quello di partire per Canada dove i sulpiziani avevano una loro missione e dove mandavano i chierici in missione.
Cappellano a Poitiers
Dopo alcuni mesi un’importante dama, signora di Montespan, l’antica istitutrice convertita del re Luigi XIV che san Luigi aveva conosciuto a Parigi, lo invita ad andare a lavorare nell’Ospedale di Poitiers. Padre di Montfort non è molto convinto che sia adatto per quel servizio pastorale che lo vedrebbe rinchiuso in un ospedale mentre si sente spinto interiormente per le missioni, ma decide di partire. Nel novembre del 1701 diventa cappellano dell’Ospizio di Poitiers.
È rimasto famoso anche l’episodio del suo arrivo nell’ospedale: appena arriva, si ferma nella cappella dell’ospedale ed è talmente preso dalla preghiera silenziosa che rimane là alcune ore finché un povero un po’ più attento lo scambia per un disperato e pensa bene di organizzare una colletta per lui. Quale sorpresa quando lui e i suoi amici scoprono che era il prete che avevano mandato per loro! A questo punto Padre Luigi sente ancor più come suo l’incarico di cappellano, ma come entra nell’ospedale rimane sbalordito! Quello non è un “Ospedale Generale” ma una specie di ricovero dove oltre ai malati venivano richiusi i più miserabili tra i poveri, per evitare che vagassero per la città.
L’esperienza di Poitiers segnerà profondamente l’anima di san Luigi, che identificherà nell’esperienza della croce e della sofferenza uno dei momenti privilegiati dell’incontro con Gesù Cristo.
Questo periodo è anche un tempo di prova per Luigi Maria perché non tutti comprendono il suo modo di organizzare la vita nell’ospedale. Lui vorrebbe rinnovare la vita di quell’ospedale, ma dopo qualche mese è invitato dall’amministrazione a lasciare l’ospedale. I poveri però non l’hanno dimenticato e ora gli scrivono, pregandolo di ritornare, facendo anche la petizione al vescovo. Con il consenso del vescovo ritorna a Poitiers come direttore generale dell’Ospedale, riprendendo la riforma dell’istituto.
Incontro provvidenziale con Maria Luisa
A Poitiers incontra Maria Luisa Trichet, figlia del procuratore generale della città. Un giorno Maria Luisa vede rientrare Elisabetta, sua sorella, e tutt’accesa, traboccante di entusiasmo diceva: “Oh! Luisa! se sapessi che bella predica ho inteso or ora; no, non ho mai sentito in vita mia nulla di così commovente: il predicatore era un santo”. Mentre Elisabetta cerca le parole che riescano a rendere il suo sentimento, Maria Luisa, di colpo, semplicemente formula in sé una decisione: chiederà a questo sacerdote che accetti la sua direzione spirituale. Il giorno dopo ella va in chiesa; il padre di Montfort sta confessando: Maria Luisa aspetta il suo turno, e quando questo viene, la prima parola di lui la sorprende: “Chi vi ha mandato qui, figlia mia?” “Mia sorella” risponde stupita. “Oh! No, figlia, non è stata vostra sorella: è stata la Madonna...”
San Luigi divenne il suo padre spirituale e da quel momento iniziò l’amicizia spirituale tra i due futuri cofondatori. Maria Luisa percorre più e più volte la strada che conduce all’ ospedale, dove Luigi serviva i poveri, divenendo una frequentatrice assidua della casa della sofferenza e aiutando il giovane prete Luigi a riorganizzare l’ospedale, desiderando dedicarsi al servizio dei poveri.
Così, nel pieno dell’adolescenza, a 17 anni, nel cuore di Maria Luisa nacque il desiderio e la vocazione di offrire la sua vita a Dio e ai poveri, e lo confida al Padre di Montfort, che le propone di venire a vivere all’ospedale dedicandosi al servizio dei poveri. Poco dopo, un’altra giovane donna, Caterina Brunet, la raggiungerà. Sono i germi di una nuova comunità religiosa all’orizzonte e le prime “Figlie della Sapienza”.
Il 2 febbraio 1703, san Luigi consegna a Maria Luisa il primo abito delle Figlie della Sapienza con una grande croce e la corona del Rosario. Nel consegnarlo, Montfort le dice: “Io mi chiamo Luigi Maria, tu Maria Luisa; aggiungi il nome di Gesù che prendi come unico tesoro della tua vita“. Saranno proprio loro, fra qualche anno, le prime suore monfortane, le prime “Figlie della Sapienza”.
Scrittore e maestro della vita spirituale e mariana
In quegli anni scrive nei suoi quaderni la gran parte di quello che sarà poi la sua prima opera teologica, L’Amore dell’Eterna Sapienza, dove il Montfort espone la centralità della croce nella vita del cristiano e spiega che “Gesù lo si ama poco perché lo si conosce poco”: “Conoscere Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, è sapere abbastanza. Sapere tutto e non conoscere Lui, è non saper nulla”. Lo scritto è un caposaldo della sua dottrina, perché vi indica già la vera devozione a Maria come “il più meraviglioso dei segreti” e come la via più semplice e diretta “per acquistare la Divina Sapienza”.
Il tempo della prova
Intanto Luigi si mette al servizio dell’Ospizio di Poitiers con tutto l’amore possibile e cerca di migliorare la situazione, di organizzare meglio le cose, ma questo suo modo di fare non viene capito, anzi qualcuno dei capi dell’ospedale è invidioso di lui. Luigi Maria incontra forti resistenze con le sue riforme, e dopo alcuni mesi, per la seconda volta è costretto di lasciare l’ospedale. È la sorte di tanti santi e tante persone che colmate dalla grazia e guidate dallo Spirito del Vangelo non vengono sempre compresi nel loro stile radicale e profetico incontrando tante volte le ostilità perché turbano le comodità dei cristiani tiepidi.
Comincia a predicare le missioni a Poitiers e dintorni, sentendo che questo è il compito al quale Dio lo chiama. Inizia ad usare nelle missioni i metodi propri che più tardi gli saranno caratteristici: invita a rinnovare le promesse del Battesimo e organizza le processioni e liturgie viventi che attirano i cristiani come mai era successo prima di lui, ma i suoi successi suscitano le gelosie in alcuni che si rivolgono al vescovo per fermarlo. All’inizio della Quaresima del 1706 arriva anche il vieto del vescovo di Poitiers, De la Poype, di predicare nella diocesi di Poitiers.
È forse il periodo più difficile per il Montfort. Che fare? Luigi ripensò agli anni passati e gli sembrava che fino a quel momento la sua vita fosse stata un fallimento dietro l’altro. Nonostante tutto era sempre più convinto che la sua vocazione fosse di predicare le missioni al popolo e ora il vescovo gli proibiva di farlo! Pensò allora a vari possibili impegni, tra cui quello di partire per le Missioni Estere, ma non riusciva a decidersi. Parlò allora con il suo confessore, un frate gesuita che gli voleva molto bene, il quale gli consigliò di andare a Roma e chiedere udienza al Papa.