Questa sera, alla vigilia della Festa di Tutti i Santi, alle ore 21:00 sarà trasmessa sul canale YouTube dello studentato monfortano, la veglia di preghiera con il titolo: I testimoni della Luce di Cristo.
La preghiera è organizzata dall’equipe della Pastorale giovanile e vocazionale monfortana in collaborazione con gli studenti monfortani.
Nella vigilia della Festa di Tutti i Santi vorremo unirci insieme nella preghiera riflettendo sulla nostra chiamata alla santità; la prima e sicura vocazione che abbiamo ricevuto con il nostro Battesimo e da cui nessun cristiano deve sentirsi escluso.
La nostra vita richiede un senso, uno scopo, un fine, una meta, una vocazione e progetto per cui vale la pena vivere. Il Signore ci ha creati per cose grandi e ci chiama a puntare in alto (Siate santi, perché Io sono santo (Lv 11,44)); di osare a sognare e dove è nascosto quel desiderio forte di realizzare qualcosa di grande, di importante e di bello che possa dare una vera gioia alla tua vita.
E i santi sono stati in grado di guardare oltre ciò che sono i nostri limiti e di essere raggiunti pienamente dall’amore di Dio che li ha trasformati e colmati della grazia che santifica, che “rende nuove tutte le cose”. I santi sono quelle lampade accese, le orme da seguire, i testimoni di una vita piena, vera e autenticamente umana, che ancora oggi vogliono parlarci e indicarci la via da da seguire.
In questa veglia di preghiera, in comunione con i santi, nostri amici nel cielo, vogliamo fermarci e in preghiera riflettere sull’invito che il Signore rivolge anche a noi a percorrere con Lui la Via della santità.
La “corona”, “via” di Maria per passare dai “misteri” al “Mistero”! È il segreto di santità, è la chiave per la felicità che diventa anche nostra quando ci sentiamo spinti a cercare tra le braccia e nel cuore della Vergine Maria, il Mistero del Verbo fatto carne!
La Vergine di Nazareth ci invita ad appendere la nostra vita alla corona del rosario. Questa dolce catena, nel mondo odierno che sappiamo così dispersivo, può essere “via” che conduce dalla Madre al Figlio, mettendo Cristo al centro, come faceva lei, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva di Gesù, e poi ogni suo gesto e parola.
A volte si pensa che il rosario è una pratica devozionale, infantile, non particolarmente degna di chi si ritiene ‘adulto nella fede’, ormai superata, lontana dalle nuove sensibilità ed esigenze, che si riduce ad una ripetizione frettolosa e superficiale di formule, frutto delle labbra, da cui il cuore è lontano.
In realtà il rosario è una preghiera semplice e per tutti perché fatta di parole brevi, calde che possono accompagnare ovunque: in casa, in strada, in macchina, sul posto di lavoro…
È una preghiera viva perché ogni mistero di Gesù interroga e batte con il ritmo dell’esistenza, nostra e delle nostre famiglie, della Chiesa e dell’intera umanità!
È una preghiera alta perché fa vivere alla presenza di Dio, con Maria, mentre viviamo tra le persone di questo mondo.
È una preghiera che non stanca mai perché respira dell’attrazione amorosa: si ripete per innamorarsi di Gesù, concentrando man mano l’animo su di lui…si ripete perché innamorati!
Anche san Luigi Maria di Montfort ha trovato nel rosario un’autentica via di santificazione e l’ha proposta ai piccoli e ai semplici. Il rosario, spiega Montfort, di mistero in mistero è come un pennello che disegna in noi i tratti del volto del Signore. Così l’Ave Maria recitata bene – e questo sì è difficile – incarna in noi il Verbo e porta il frutto di vita, Gesù Cristo, scrive Montfort nel Trattato della Vera devozione!
Accogliendo la consegna del rosario che la la Beata Vergine Maria ci lascia ancora oggi, scopriremo che le nostre dita, scivolando leggere e con fede sui grani della corona, accarezzano il prodigio di Gesù che abita al centro della nostra vita. E sapremo custodire il nostro rapporto con il Signore, condividendo con Lui gioie e dolori, affidando alle sue mani bisogni e progetti, attingendo dal suo cuore la speranza e la forza per il cammino. E troveremo pace!
Se la devozione agli angeli non è la caratteristica principale della spiritualità di Montfort, è pur vero che fin dall’inizio della sua vita egli manifesta un’autentica venerazione per gli angeli. Testimonia Blain: «Il fervente seminarista proponeva ai suoi confratelli di adempiere verso i loro angeli custodi i doveri di rispetto, tenerezza e riconoscenza che essi meritavano e introduceva la pratica di salutarli interiormente come esteriormente si salutavano le persone».
Terminava talvolta le lettere salutando l’angelo custode del suo corrispondente: «Saluto il tuo angelo custode» (L 7, 12,20, 33). Giunge anche a salutare «tutti gli angeli della città di Nantes» (L 33). Invitava i cristiani a pregare in modo del tutto speciale il loro angelo custode (C 110).
E’ soprattutto nei Cantici che Luigi Maria descrive la missione degli angeli accanto agli uomini. Accompagnano gli uomini «per proteggerli nella vita da ogni spiacevole incidente» (C 12,18; 121,4). Fuggono da loro se cadono nel peccato, ma tornano subito al minimo gesto di pentimento (C 13,43). Cantano la potenza del sangue di Cristo e proclamano la conversione del peccatore (C 98,24-26). L’uomo deve pregare il suo angelo custode affinché l’accompagni e lo sostenga in ogni istante (C 110), l’aiuti, lo rimproveri, l’avverta e lo difenda contro il demonio che cerca sempre di sedurlo (C 121,3-4). In cambio dei servizi resi, l’uomo deve rispettare la presenza del suo angelo custode (C 139,64).
Preghiera all'Angelo custode (Cantico 110)
«Ti ringrazio, Angelo Santo, delle tue cure e del tuo aiuto; ti prego, continua a fare questo per me per il resto dei miei giorni.
Presenta al Signore le mie preghiere, guidami in tutti i miei passi, reggi me nelle mie miserie, sostienimi nei miei combattimenti.
Stammi sempre vicino, sconfiggi tutti i miei nemici perché un giorno, nella vita eterna, uniti siamo per sempre».
Superate le chiusure imposte dal Covid e l’inevitabile spostamento del periodo inizialmente proposto, con grande gioia dopo 62 anni dall’ultima Missione Popolare, le comunità di Bonavigo e Orti in diocesi di Verona dal 29 agosto al 12 settembre 2021 hanno rivissuto questo tempo di grazia, guidate giorno per giorno dai missionari monfortani Eugenio Perico, Evaristo Gervasoni e Giovanni Crippa.
I missionari, in collaborazione con il parroco don Davide Zanola e l’Associazione “Maria Regina dei Cuori” di Trinitapoli (Bat) nelle persone di Pina, Laura e Michela, attraverso i diversi momenti di incontro, di preghiera, di condivisione e di catechesi, hanno coinvolto ogni fascia d’età con grande umanità.
Per i missionari monfortani si è trattato della prima Missione dopo le chiusure dovute alla pandemia ed è, quindi, stata l’occasione per ripartire e rimettersi in cammino sulle vie dell’annuncio, sulle orme di san Luigi Maria di Montfort!
Al termine delle due settimane i missionari monfortani hanno rivolto il loro ringraziamento al parroco don Davide e ai fedeli delle comunità cristiane di Orti e Bonavigo.
Padre Eugenio, direttore della Missione: «Io per primo, credo con tutti voi, vogliamo nella profondità del nostro cuore, sicuramente ancora più felice, ringraziare il Signore, lo Spirito Santo per il dono di questi giorni. La missione popolare! Sono certo di una cosa, che lo Spirito Santo, in modi diversi, ha sicuramente toccato il cuore di tutti. La missione non finisce, ogni giorno della nostra vita è la gioia e il coraggio di dire a tutti che Dio ci ama e che siamo suoi Figli, anche quelli lontani, anche quelli dispersi, tutti siamo suoi Figli. Per la comunità di Bonavigo e Orti il meglio dovrà ancora venire, nell’attesa di celebrare ancora un momento così, vogliamo dire “Grazie Signore, io sento che vado a casa domani, più felice perché ti ho incontrato nel volto di queste persone, sapendo che ho ricevuto di più di quello che miseramente ho potuto dare”. Stimolo per la missione testimoniale che deve continuare, non c’è tempo da perdere, da domani mattina, subito!!!Camminando accanto ad ogni persona».
Padre Evaristo: «È stata una grazia entrare nelle vostre case e io mi porto nel cuore questa certezza, questa esperienza che ho vissuto.
Ascoltando voi, avvicinandomi alle vostre vite mi sono detto: “Mi inchino alla vostra vita, a quella vita di ogni giorno, a quella vita che ama, che lotta, che soffre, che piange, che ride, e questa vita vivetela sempre con la presenza del Signore!”».
P. Giovanni Crippa: «Aprendo la missione, alle parole del vescovo Giuseppe Zenti che invitava ad interiorizzare di più la nostra fede, avevo aggiunto che noi, padri monfortani, venivamo per portare Gesù Cristo.
E come Cristo disse a Zaccheo: “Scendi, oggi devo fermarmi a casa tua”, così anche noi abbiamo rivolto lo stesso invito. Ebbene, devo dire che è stato accolto.
Come Zaccheo ha aperto la casa a Gesù, così voi avete aperto la casa a noi con cordialità, con amore, soprattutto avete ascoltato, abbiamo pregato insieme, e soprattutto nel celebrare la Madonna di San Tommaso abbiamo affidato a Maria tutte le famiglie. Vi ringrazio per la vostra apertura, per averci accolto con serenità e con gioia!».
[L’anima] O Maria, o Madre desolata, fammi partecipe dei tuoi dolori, condividi con me il tuo pianto, e che l’anima mia ne sia lavata. Nessuna croce senza di te e di Gesù, e con voi due, sempre anche la croce.
[Maria] La croce è il mio albero di vita, io sono la Madre dei viventi, ne faccio parte a tutti i miei cari figli.
[L’anima] Volentieri, o Madre afflitta, io prenderò parte ai tuoi dolori, purchè delle tue dolcezze la mia croce sia candita e zuccherata! Nessuna croce senza di te e di Gesù, e con voi due, sempre anche la croce.
La croce è quaggiù un mistero profondissimo. Solo chi ha molta luce lo può capire. Solo a uno spirito eletto è dato di penetrarlo.
La natura la disprezza, la ragione la combatte; l’uomo colto l’ignora e il demonio l’abbatte. La sua rara bellezza avvince il cuore di Dio.
La croce ha portato [Gesù] dal cielo in mezzo a noi. Entrando nel mondo, dice: «Signore, sì , l’accetto. Ti accolgo, o croce buona, nel centro del mio cuore»-
Lui l’ha trovata così bella da portarla con onore. La sua compagna eterna, la sposa del suo cuore. La croce è la nostra sicurezza, la nostra protezione, la nostra unica speranza, la nostra perfezione.
“A Medjugorie mi sono reso conto che non basta essere prete o vescovo per essere uomo di Dio!” Molto toccante, da non perdere la testimonianza di Mons. Ottavio Vitale, Vescovo della Diocesi di Lëzhë, in Albania, quando racconta di come a Medjugorje ha ricevuto la grazia di cambiare vita, pur essendo già vescovo. Da quel giorno ogni anno viene a Medjugorje, per continuare a crescere in grazia quale figlio amato in modo speciale dalla Madre.
Sabato 28 agosto, nel Centro di Spiritualità “Totus Tuus”, dell’Associazione Maria Regina dei Cuori, abbiamo avuto la gioia di accogliere proprio Mons. Ottavio Vitale insieme a tre diaconi, – uno argentino, uno cileno e uno spagnolo, – che svolgono il ministero nella sua diocesi e si stavano preparando all’ordinazione presbiterale prevista per mercoledì 8 settembre, Festa della Natività di Maria e insieme ad una ragazza della Romania, che diffonde con tanto zelo gli scritti e il cammino spirituale del Montfort.
Mons Ottavio, Rogazionista, consacrato a Maria nello spirito del Montfort sin dalla sua formazione religiosa per desiderio di S. Annibale M. di Francia, ha voluto che parlassimo di questa pratica di devozione ai suoi diaconi. Quindi il Vescovo insieme a loro hanno rinnovato la loro Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria indossando con visibile emozione la catena benedetta. Un momento di scambio e condivisione che ha arricchito i nostri cuori e ha approfondito la conoscenza e l’unione tra i “figli, servi e schiavi di Maria” così come il Montfort sperava e aveva profondamente impresso nel suo cuore (VD 113).
Dagli inizi di agosto non è più cessato il flusso di pellegrini al nostro Centro Totus Tuus. Ogni occasione è buona per stringere amicizie e parlare del Montfort. Il resto è un passa parola, ed ecco che arrivano coi pullman, coi taxi, a piedi e chiedono: “Dov’è il Centro Totus Tuus?”. Arrivano da tutte le regioni d’Italia, gruppi a volte grandi, o più piccoli, famiglie o singoli fedeli che si alternano per ascoltare catechesi e testimonianze delle meraviglie che lo Spirito Santo compie attraverso gli scritti e l’insegnamento del nostro Santo Fondatore. A volte troviamo chi ha letto la formula di Consacrazione, ma non sa che esiste il Trattato. A volte chi ha letto il Trattato, ma non si è mai consacrato, a volte chi da anni ha il libro nello scaffale, ma non lo ha mai letto. A Medjugorje, si sa, tante volte la Madonna ha chiesto di consacrarsi completamente a lei ed è fantastico vedere la gioia negli occhi dei pellegrini che dopo aver incontrato l’amore della Madre celeste, scoprono le inestimabili ricchezze della vera devozione a Maria del Montfort e quanto essa risponde ai bisogni più profondi della loro anima. E così tornano con la gioia di sapere che è possibile un cammino collaudato dai Santi e alla scuola di Maria Regina della Pace e Regina dei Cuori. Se ne vanno a fatica, raccomandandoci di non dimenticarli e ripromettendosi di portare altri gruppi e conoscenti.
Davvero vedendo come la Santa Vergine in questo luogo benedetto ci sta aprendo la porta del mondo, nelle porte dei cuori che si aprono a lei, possiamo dire: “Gloria a Gesù in Maria! Gloria a Maria in Gesù! Gloria a Dio solo!” (VD 265).
Grande festa oggi, 12 settembre, a Varsavia per la beatificazione dei Servi di Dio Stefano Wyszyński (1901-1981) ed Elisabetta Róża Czacka (1876-1961). Il rito è stato presieduto a nome del Papa dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
Il Cardinale Wyszyński – ha detto il Cardinale Semeraro nell’omelia – «guidò con coraggio, costanza e decisione la nave della Chiesa che è in Polonia, opponendo a un’ideologia che disumanizzava l’uomo e lo allontanava dalla pienezza di vita, il Vangelo di Cristo vissuto con fedeltà. Non si risparmiò in nulla, sopportò tutte le umiliazioni e sofferenze».
Amico di San Giovanni Paolo II, «vero figlio della Polonia, aveva davvero nel cuore una devozione profonda alla Vergine Maria: come sotto il suo sguardo materno aveva visto nascere la sua vocazione e sotto lo stesso sguardo aveva consacrato a Dio la sua vita e le sorti della Nazione Polacca, così fu lei a insegnargli ogni giorno del suo ministero a vivere solo per lui e a lui solo piacere». Soli Deo per Mariam è lo slogan che egli amava ripetere!
Uno dei tratti più caratteristici della spiritualità del cardinale Wyszyński era, quindi, la sua devozione mariana, dal carattere decisamente cristologico, attinta e alimentata dal riferimento a san Luigi di Montfort.
L’incrollabile fiducia e la profonda devozione alla Santa Vergine emerge dal diario “Appunti dalla prigione”, scritto dal cardinale Wyszynski durante la sua prigionia a Stoczek durata dal 25 settembre 1953 al 28 ottobre 1956. Con commozione annota che, dopo tre settimane di preparazione «seguendo le indicazioni del Beato Luigi Maria Grignion de Montfort contenute nel Trattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria», l’8 dicembre 1953 si è donato per le mani della sua «Migliore Madre in totale schiavitù a Cristo Signore» (cfr. “Appunti dalla prigione”, CSEO, Bologna 1983, p. 52).
Il suo Atto di Consacrazione ha un respiro profondamente monfortano:
«Santa Maria, Vergine Madre di Dio, oggi ti scelgo come mia Signora, Avvocata, Patrona, Protettrice e Madre mia (…). Prometto che non ti abbandonerò mai, non dirò nulla o non farò nulla contro di te. Non permetterò mai ad altri di fare nulla che possa disonorarti. Ti prego, accettami per sempre come tuo servo e tuo figlio. Sii il mio aiuto in tutti i miei bisogni, anima e corpo, e nel lavoro sacerdotale per gli altri. Ti consegno Maria, completamente in schiavitù, e come tuo schiavo consacro il mio corpo e la mia anima, i beni interiori ed esteriori, anche il valore stesso delle mie buone opere, passate, presenti e future, lasciando a te il pieno e completo diritto di disporre di me e di tutto ciò che mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo volere, a maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità. Per mezzo di te, con te, in te e per te, voglio diventare schiavo totale del tuo Figlio (…). Tutto ciò che farò, per le Tue Mani Immacolate, Mediatrice di tutte le grazie, lo offro alla gloria della Santissima Trinità – Soli Deo! Maria di Jasna Góra, non abbandonarmi nel mio lavoro quotidiano e mostra il tuo volto puro nell’ora della mia morte. Amen».
Nel reliquiario è incorporato proprio il manoscritto originale di questo Atto di consacrazione alla Madre di Dio, a testimoniare che il Trattato è il segreto della sua santità.
Uno dei frutti della consacrazione a Gesù per Maria di Stefano Wyszynski maturerà a Jasna Góra il 3 maggio 1966 nell’atto di totale servitù alla Madre di Dio, per la libertà della Chiesa in Polonia ed in tutto il mondo, pronunciato in occasione del Millennio del Battesimo della Nazione, con la partecipazione di quasi un milione di fedeli.
Ebbe a testimoniare San Giovanni Paolo II: «Il Cardinale Stefano Wyszynski stava sempre sotto la Croce di Cristo, insieme a Maria. “Tutto ho posto nelle mani di Maria”. Nei riguardi di lei si sentiva come l’apostolo Giovanni, come un figlio adottivo, e come l’innamorato della Genitrice di Dio, “schiavo d’amore”. In questa donazione senza riserve trovava la propria libertà spirituale: sì, era un uomo libero, e insegnava a noi, suoi connazionali, la vera libertà» (cfr. Omelia, Varsavia, 16 giugno 1983).
Sono tre i giovani che a Santeramo in Colle (Ba) hanno iniziato l’anno di noviziato monfortano.
L’8 settembre, festa della Natività di Maria, durante la preghiera dei vespri con il semplice rito di iniziazione alla vita religiosa, Alberto, Pawel e Wojciech hanno chiesto di fare esperienza della vita monfortana, “nel desiderio di seguire perfettamente Cristo, Sapienza incarnata, secondo il carisma dei Missionari della Compagnia di Maria”.
Il padre maestro, p. Luciano Nembrini, accogliendo la domanda di Alberto, Pawel e Wojciech ha rivolto loro parole di incoraggiamento, invitandoli a guardare al “sì” di Maria e, sull’esempio di Luigi di Montfort a osare rischiare per Dio: solo così si può fare qualcosa di bello e di grande per Lui, nella consapevolezza che è Dio a chiamare, scegliendo ciò che per il mondo è debole e stolto, ciò che è nulla per realizzare il suo disegno di amore.
Alberto, Pawel e Wojciech hanno, quindi, ricevuto dalle mani del maestro il volume delle Opere di san Luigi Maria di Montfort, con l’invito a conoscere gli insegnamenti del Fondatore perché siano essi ad accompagnare i loro passi in questo tempo di grazia, conversione e configurazione a Gesù per mezzo di Maria.
Ecco una breve presentazione dei tre novizi.
Alberto Moreno. «Vengo da Madrid, ho 37 anni. Nato in una famiglia cattolica, ho frequentato la scuola dai Legionari di Cristo. Ho, poi, studiato ingegneria delle telecomunicazioni, mettendomi allo stesso tempo a servizio della parrocchia come catechista e membro di un gruppo giovanile.
Nel quarto anno di studi un pellegrinaggio a Medjugorje ha dato una svolta alla mia vita, aprendomi la prospettiva della vita sacerdotale. Poco dopo ho conosciuto la spiritualità monfortana grazie ad alcuni religiosi che in parrocchia hanno presentato la consacrazione a Gesù per Maria, da me abbracciata.
Nell’estate del 2019, sempre a Medjugorje, vengo a conoscenza dell’esistenza della Compagnia di Maria, grazie all’incontro con un missionario monfortano con cui intraprendo il cammino di discernimento. In seguito, nel 2020 maturo la scelta di lasciare il lavoro di ingegnere e inizio l’anno di postulandato presso la comunità di Roma».
Paweł Wojtala. «Sono nato il 21 maggio 1995 a Dąbrowa Górnicza, in Polonia, nella parrocchia della Beata Vergine Maria degli Angeli, famoso santuario mariano della diocesi di Sosnowiec.
Dopo il liceo classico, nel 2014 inizio gli studi di pedagogia e mi metto a servizio delle comunità parrocchiali e diocesane come animatore dei bambini e dei giovani nel Movimento Luce-Vita. Approfondisco la spiritualità mariana frequentando i ritiri organizzati dalla Confraternita della Regina di Polonia presso il Santuario di Częstochowa, consacrandomi a Gesù per mezzo di Maria secondo gli insegnamenti del “Trattato” di San Luigi Maria di Montfort. Solo in seguito ho conosciuto i Padri monfortani quando nel 2016 hanno aperto la loro prima casa religiosa in Polonia.
Al termine degli studi avverto la chiamata del Signore a seguirlo a cui rispondo positivamente. Nella fase di discernimento colgo segni costanti che mi orientano verso la Congregazione dei missionari monfortani. Così, nel dicembre del 2019 inizio la mia esperienza nella comunità di Częstochowa, proseguendo il cammino formativo nel postulandato di Roma».
Wojciech Meiser. «Sono nato il 7 agosto 1999 a Tarnowskie Gory, in Polonia, e ho conosciuto i padri monfortani nel gennaio 2019 in occasione di un ritiro nella comunità di Częstochowa.
Da lì inizia per me un cammino di rinnovamento della mia vita cristiana. Frequento regolarmente la comunità e incomincio ad avvertire in me la chiamata alla vita sacerdotale.
A fine agosto 2019 vengo accolto nella comunità di Częstochowa per il primo anno di postulandato. Alla fine di giugno 2020 raggiungo la comunità di Roma per continuare il mio cammino di formazione in vista dell’entrata al noviziato».
Chiediamo una preghiera particolare per Alberto, Pawel e Wojciech.