«Uno squadrone di bravi e valorosi soldati di Gesù e Maria, dell’uno e dell’altro sesso…»
Montfort e il sogno di una associazione dei consacrati a Gesù per Maria
La particolarità di san Luigi di Montfort nella sua azione missionaria fu la formazione di diversi gruppi o associazioni. Egli intuì l’apporto e il sostegno che potevano offrire per perpetuare i frutti della missione e assicurare la perseveranza di quanti avevano rinnovato i voti e le promesse del battesimo per mezzo di Maria.
Al suo tempo le associazioni spirituali e caritative erano numerose, alcune legate a Ordini o a monasteri, altre autonome. Ai fedeli di tutte le categorie si proponevano Pie unioni, confraternite, Terz’ordini per aiutarli a vivere in pienezza la vita cristiana.
Luigi di Montfort si rifece a queste strutture pastorali largamente diffuse, sia rinnovando l’esistente, sia creando realtà nuove per rispondere ad esigenze specifiche. Così costituì per gli uomini la «confraternita dei penitenti bianchi» e per le giovani l’«associazione delle 44 vergini»: due gruppi per i quali egli stesso scrisse il regolamento. Alle anime più generose propose la «confraternita degli amici della croce». Per essa scrisse nel 1714 la famosa Lettera circolare agli amici della croce. Inoltre, sappiamo che almeno in tre occasioni, cioè a Dinan (1707), a Montfort (1707) e a La Rochelle (1711), per mantenere le buone disposizioni nei soldati ai quali aveva tenuto la missione, fondò per loro la «confraternita di s. Michele», scrivendone il regolamento e facendolo approvare.
A Luigi di Montfort stava a cuore un’altra associazione, che però non poté erigere durante la sua vita almeno nella forma da lui sognata. Una «confraternita» capace di aggregare e unire i fedeli decisi a percorrere la via spirituale e apostolica presentata nel Trattato della vera devozione, il cui primo passo consiste nella perfetta consacrazione di sé stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria».
Una associazione nuova, originale, ampia, che insieme alla piccola Compagnia di missionari e alle Figlie della Sapienza fosse in grado di attuare le aspirazioni più profonde di Luigi di Montfort: rinnovare lo spirito del cristianesimo e riformare la Chiesa. Per lui, infatti, essere discepoli di Cristo implicava essere apostoli del suo regno. La via che egli presentava, oltre che un segreto di santità era anche un cammino di vita apostolica e chi lo percorreva si lasciava formare da Maria a collaborare con slancio all’opera del Figlio.
La Preghiera Infocata, l‘Allocuzione agli associati della Compagnia di Maria e la Regola manoscritta per i missionari, sono rivolte direttamente ai membri della Compagnia di Maria. Ma l’ideale del santo può ispirare tutti coloro che vogliono seguire l’itinerario spirituale che egli ha tracciato. Tutti i consacrati a Gesù per le mani di Maria sono chiamati ad unirsi sotto lo stendardo di Maria, secondo il loro stato di vita e le loro possibilità, per impegnarsi nella missione della Chiesa. Luigi di Montfort si prefigurava «uno squadrone di bravi e valorosi soldati di Gesù e Maria, dell’uno e dell’altro sesso…» (cfr. VD 114). Questo significa che i suoi appelli e speranze non riguardavano solamente i sacerdoti. Sappiamo, infatti, che egli coinvolgeva anche i laici nella sua attività apostolica.
Luigi di Montfort si augurava che quanti si consacrassero a Gesù Cristo per le mani di Maria, potessero avere una «confraternita» che permettesse loro di trovarsi insieme per meglio viverla: «Quelli e quelle che vogliono abbracciare questa particolare forma di devozione – che non è eretta in Confraternita, anche se ciò è desiderabile…» (cf VD 227). Questo desiderio si è realizzato e coloro che fanno la loro consacrazione possono chiedere di unirsi all’Associazione Maria Regina dei Cuori.