“Rosarium_Montfort_EurHope”
Al termine delle sue missioni, san Luigi Maria di Montfort esortava i cristiani a prendere l’impegno di pregare il Rosario per ottenere la grazia della perseveranza.
L’Amministrazione generale della Compagnia di Maria, al termine dell’Anno monfortano per l’Europa 2020, propone di pregare per il futuro del Continente e della missione monfortana in Europa attraverso l’iniziativa del Rosario, in videoconferenza, ogni primo lunedì del mese dell’anno 2021.
L’iniziativa, denominata “Rosarium_Montfort_EurHope”, prenderà il via lunedì 4 gennaio 2021. Per farne parte, una volta scaricato il programma Zoom, sarà sufficiente rispondere all’invito che ogni volta verrà inviato via email o tramite WhatsApp, aprendo il link corrispondente.
Ogni partecipante potrà anche coinvolgere altre persone (confratelli, laici, sacerdoti diocesani, gruppi, ecc.) semplicemente condividendo la stessa mail o il messaggio WhatsApp ricevuto.
Dal Santo alla Tuttasanta
La solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Colei che concepì il «Santo», il Figlio di Dio (cfr. Lc 1, 35), fu segnata o no dal peccato originale? La secolare discussione ebbe risposta nella bolla Ineffabilis Deus (8 dicembre 1854), con cui Pio IX definì che «la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale». Così la festa della Concezione di Maria l’8 dicembre divenne celebrativa della sua Immacolata Concezione.
Il prodigioso concepimento di Anna, moglie di Gioacchino, narrato dal Protovangelo di Giacomo (sec. II), portò nel secolo VIII a celebrare in Oriente la Concezione di sant’Anna, madre della Theotokos, il 9 dicembre, in rapporto alla Natività di Maria già festeggiata l’8 settembre. Commemorando il dato apocrifo, ossia la maternità della sterile Anna e non l’«immacolata» concezione, la festa orientale non incontrò polemiche come accadde in Occidente.
Le tracce di una festa della Concezione di Santa Maria l’8 dicembre in monasteri benedettini d’Inghilterra nel secolo XI, maturarono nel seguente l’esplicito intento di onorare il concepimento “immacolato” insegnato da sant’Anselmo e dal suo discepolo Eadmero (†1124), autore del più antico scritto dottrinale sulla concezione di Maria, che così argomenta: «Se Geremia, poiché doveva essere profeta delle nazioni, è stato santificato prima di nascere; se Giovanni, precursore del Cristo con lo spirito e la forza di Elia, è stato “colmato di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre” (Lc 1, 15), che cosa dobbiamo pensare della donna destinata ad essere per eccellenza l’arca dell’alleanza di tutti i secoli, l’unica e dolcissima culla del figlio unigenito del Dio onnipotente? Oseremo dire che non ha fruito fin dal primo istante del suo concepimento della grazia e dell’unzione dello Spirito Santo? La Sacra Scrittura attesta: “Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2 Cor 3, 17). Fu sicuramente libera dalla schiavitù di ogni peccato colei che lo Spirito Santo, con la sua presenza e la sua azione, doveva farne una dimora consacrata» (De Conceptione Beatae Mariae Virginis). A superare le incertezze contribuì il racconto del salvataggio dal naufragio occorso ad Elsino, abate di Ramsay, grazie all’aiuto della Vergine che, in cambio, gli chiese la festa della sua Concezione.
Nel medesimo secolo XII, la festa passò in Normandia per diffondersi in Francia, ben accolta verso il 1130-1140 dalla Chiesa di Lione che, nonostante la contrarietà manifestata per iscritto da san Bernardo, continuò a celebrarla. Vivaci opposizioni perdurarono nel secolo XIII: alla Sorbona nessun maestro osava sostenere l’immacolato concepimento. Tra i contrari vi era chi, come san Tommaso d’Aquino (†1274), negava l’esenzione di Maria dal peccato originale, mostrandosi tollerante verso una festa della sua santificazione nel grembo della madre: concepita col peccato originale, sarebbe stata santificata prima di nascere.
Il Capitolo pisano dei Francescani del 1263 promosse nell’Ordine la festa della Concezione di Maria, senza la qualifica di immacolata; accadrà più tardi, come attesta l’Ufficio perugino composto negli anni 1319-1322.
L’interesse teologico per l’immacolata concezione fu rilanciato, dall’Inghilterra, dal francescano Duns Scoto (†1308), che trasformò l’obiezione contraria al privilegio (l’universalità della redenzione di Cristo esigeva che anche Maria avesse bisogno di essere redenta), in motivo di soluzione: Cristo preservò sua Madre da ogni contagio di peccato.
La Chiesa di Roma non celebrava la festa, ma non la proibiva. Al tempo di Bonifacio VIII (†1303), nella cattedrale di Anagni si commemorava la Concezione della Madre di Dio, presente la Curia papale. La prassi invalsa durante il periodo avignonese, dove la corte pontificia si radunava l’8 dicembre per la Concezione di Maria nella chiesa dei Carmelitani, continuò col ritorno a Roma: cardinali e prelati non disdegnavano di celebrare la festa dell’8 dicembre (eccetto nelle chiese dei Domenicani), pur non essendo iscritta nel calendario della Curia romana.
Nonostante le ostilità, nel secolo XIV la festa era celebrata con più o meno fervore in diocesi di Belgio, Spagna, Portogallo, Italia, Germania e in ordini religiosi, eccetto Cistercensi e Domenicani.
Si occupò direttamente il concilio di Basilea (1432), giungendo a definire che la Vergine «fu sempre immune da ogni peccato originale e attuale» e a decretare la festa dell’8 dicembre; trattandosi però di un’assise ormai scismatica il pronunciamento non ebbe portata dogmatica, ma la direzione era tracciata.
Con la costituzione Cum praecelsa (1476), il francescano Sisto IV approvò una messa ed ufficio per la Concezione della Vergine Immacolata. L’orazione, pregata ancora oggi l’8 dicembre, esprime con precisione il mistero mariano alla luce del Redentore: «O Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito».
Le equivoche interpretazioni spinsero lo stesso Papa a intervenire con la costituzione Grave nimis (1483) per redarguire sia i difensori che i detrattori del privilegio mariano, non essendo ancora chiarito dogmaticamente dalla Sede apostolica. L’equilibrato pronunciamento sistino favorì la diffusione della Concezione della beata Vergine Maria, come si evince dai calendari liturgici dell’epoca.
Lo stesso Martin Lutero, nel Sermone sulla concezione del 1517, così si esprimeva: «È pia credenza che il concepimento di Maria, cioè l’infusione della sua anima, sia stato senza peccato, perché quando l’anima le fu infusa, ella fu nello stesso tempo purificata dal peccato originale e ornata dai doni di Dio per ricevere l’anima santa che le veniva infusa. Così, nel medesimo istante in cui cominciò a vivere, era senza peccato, come esprimono le parole dell’angelo Gabriele (Lc 1, 28): Tu sei benedetta fra le donne. Non avrebbe infatti potuto dire: Sei benedetta, se essa fosse stata sotto la maledizione. Era giusto ed equo che fosse preservata senza peccato colei da cui il Cristo avrebbe assunto la carne che doveva sconfiggere ogni peccato, perché si dice benedetto, in senso proprio, ciò che è stato donato dalla grazia divina, vale a dire ciò che è senza peccato».
Il concilio di Trento non toccò la questione dell’Immacolata, rinviando alle costituzioni di Sisto IV. Nel breviario e nel messale postridentino fu iscritta l’8 dicembre la Conceptio Beatae Mariae, rinviando per i testi alla Natività di Maria e sostituendo il leggendario racconto di Elsino.
A seguito della proclamazione dogmatica, Pio IX fece preparare dei nuovi testi liturgici (fu ripresa l’orazione composta sotto Sisto IV), che approvò nel 1863. Nell’odierno messale, oltre alla rivista e arricchita scelta dei brani della liturgia della Parola, è stato aggiunto il prefazio — ispirato a Ef 5, 27 e a Lumen gentium 65 e Sacrosanctum Concilium 103 — in cui risalta come l’Immacolata, illuminata da Cristo Redentore, rischiara la Chiesa. Presente nel calendario ambrosiano, la festività figura anche nel rivisto Missale Hispano-Mozarabicum, che all’8 dicembre titola: “In diem Conceptionis Sanctae Mariae Virginis”.
Davanti alla “tutta bella”, come l’acclama l’antifona delle Lodi, potrebbe sorgere l’interrogativo: perché lei sì e noi no? Il sentire che modula la liturgia dell’8 dicembre non è la discussione ma l’ammirazione: «Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie» (Salmo responsoriale). Nell’Immacolata celebriamo l’infinita misericordia della Trinità verso l’umanità intera. Il bene gratuitamente compiuto da Cristo a favore degli esuli figli di Eva, si concentra in Maria.
L’Immacolata è mistero di pura grazia! Fin dal primo istante, Dio è salvatore della sua vita, «santa» perché interamente «santificata» dallo Spirito del Padre, effuso per il suo Figlio. Il Vangelo dell’annunciazione che ascoltiamo a messa non parla del concepimento di Maria, ma del concepimento di Cristo in Maria, instradandoci a cogliere la dinamica per Iesum ad Mariam, dal Santo alla Tuttasanta.
Isolare il mistero mariano dal Redentore significherebbe cadere nell’errore. L’Immacolata non dice che Maria non ebbe bisogno di essere redenta al pari di tutti noi; al contrario, proclama l’incomparabile dono di essere stata pienamente graziata senza aver assaporato la disgrazia del peccato. In questo, è l’espressione massima della potenza di Dio e insieme la più alta espressione del ringraziamento dovuto a Dio.
di Corrado Maggioni
O.R. 07 dicembre 2020
Servi della Parola e della Carità
La settimana che ha preceduto la solennità dell’Immacolata è stata caratterizzata da due momenti significativi per la vita della Provincia Italiana dei Missionari Monfortani.
Il primo evento ha riguardato il conferimento del ministero del Lettorato a quattro scolastici professi: Antonio Bettoni, Mario Cerovac, Alessandro Molé e Salvatore Scalese.
La Santa Messa, presieduta dal Superiore Provinciale d’Italia, p. Mario Belotti, si è celebrata nel pomeriggio di venerdì 4 dicembre 2020 presso la Chiesa Maria Regina dei Cuori, in Roma, in un clima di gioia e di fraternità. Erano presenti tutti i confratelli dello studentato monfortano, i postulanti e i membri del Consiglio Provinciale giunti a Roma per l’occasione.
Ai quattro neo-lettori p. Mario Belotti ha ricordato nell’omelia come il lettore non proponga se stesso, ma metta la sua voce totalmente a servizio di Dio e della sua volontà. Con responsabilità egli è chiamato ad interiorizzare, meditare ed annunciare la Parola di Dio sull’esempio di Maria, per poter raggiungere e trasformare i cuori e, così facendo, far conoscere e gustare la verità alle anime, come scrive san Luigi di Montfort nelle Regole manoscritte (cfr. n. 60).
Domenica 6 dicembre 2020, presso la parrocchia S. Luigi di Montfort, a Roma-Monte Mario, mons. Giampiero Palmieri, Vicegerente della Diocesi di Roma, ha ordinato diaconi i confratelli Josip Madgić e David Giapunda Mukwabadi.
Hanno concelebrato il Superiore Generale della Compagnia di Maria, p. Luiz Augusto Stefani, tutti i confratelli della Curia, il Superiore Provinciale e i formatori che nel corso degli anni hanno accompagnato Josip e David nel loro cammino formativo.
Nel rispetto dei limiti imposti dalle norme anti-covid, tanti parrocchiani non hanno mancato di manifestare la loro vicinanza ai due giovani diaconi.
Alessandro Molé
“Un nuovo messale per vivere in pienezza la liturgia”
Presso la parrocchia San Luigi Maria Grignion di Montfort, a Roma-Monte Mario, lunedì 12 ottobre 2020, mons. Claudio Maniago, Vescovo di Castellaneta (Ta) e presidente della commissione della Conferenza Episcopale Italiana per la liturgia, ha tenuto un incontro sul tema: “Un nuovo messale per vivere in pienezza la Liturgia”.
Nel suo intervento mons. Maniago ha illustrato le novità introdotte dalla terza edizione italiana del Messale Romano, in uso già dal 29 novembre 2020, prima domenica di Avvento.
La Compagnia di Maria chiamata a prendere il largo
Padre Luiz Augusto Stefani, Superiore Generale dei missionari monfortani, nel mese di ottobre ha consegnato a tutti i confratelli della Compagnia di Maria sparsi nei cinque continenti, un breve scritto dal titolo: “Notizie sul nostro pellegrinaggio senza frontiere 2017-2020”.
Si tratta di un piccolo “diario di bordo” che raccoglie e presenta le iniziative apostoliche realizzate negli ultimi tre anni nelle diverse entità della Congregazione, in risposta alle sfide lanciate dall’ultimo Capitolo generale del 2017. Tali sfide esortavano a intraprendere traversate verso nuovi orizzonti di missione, vincendo la tentazione di erigere muri per delimitare e difendere i propri confini.
La direzione generale in questi anni ha proposto cammini per superare le frontiere che ciascuno porta in sé e per abbattere le barriere frutto della paura della novità e dei limiti umani, che l’attuale pandemia da Covid-19 ha fatto emergere con tutta la sua forza.
Ha accompagnato traversate geografiche, costruendo ponti all’interno della Compagnia di Maria; traversate istituzionali, promuovendo la partecipazione e la corresponsabilità; traversate della frontiera del tempo e delle generazioni con la cura per la formazione iniziale e continua; la traversata del rafforzamento della vita comunitaria, del senso di appartenenza alla congregazione e della condivisione con i laici.
Ancora oggi, l’orizzonte di questa traversata verso il nuovo è la missione affidata alla Compagnia di Maria dalla Chiesa, che vede i missionari monfortani attenti a cogliere le urgenze dei diversi contesti culturali in cui vivono e operano, e a dare risposte concrete.
Oltre al ricordo di quanto realizzato negli ultimi tre anni, il “diario di bordo” è un invito alla “consapevolezza” che tutti i missionari monfortani sono responsabili del futuro della Compagnia di Maria nel mondo. In questo senso il Superiore generale chiede di offrire indicazioni per come correggere la rotta, rifornire di nuova energia i motori perché la nave della piccola e povera Compagnia di Maria continui la sua traversata missionaria.
Luciano Nembrini
«Andare a Saint-Laurent» (1720-2020)
Dal 9 all’11 ottobre 2020, si sono svolte le celebrazioni del trecentenario dell’arrivo di Maria Luisa di Gesù, nel giugno del 1720, a Saint-Laurent-sur-Sèvre. Dopo la morte del Padre di Montfort, la cofondatrice delle Figlie della Sapienza non vedendo come continuare in modo opportuno la missione a Poitiers, cerca un posto dove poter fissare stabilmente la Congregazione della Sapienza. In seguito ad una conversazione con Jacques Goudeau, custode della statua invocata sotto il titolo di «Maria Regina dei Cuori» nella cappella di Montbernage, una luce si accende in lei: la tomba di Montfort.
Madame de Bouillé, una ricca benefattrice, acquista per lei a Saint-Laurent -sur-Sèvre una casa spoglia, la Maison Longue. Maria Luisa arriva a Saint-Laurent il 6 giugno 1720, giorno dell’ottava della festa del Corpus Domini. Grazie a questo gesto audace e non senza rischi, vivendo in una precarietà estrema, ma sempre profondamente radicata nella via mistica di Montfort, la Congregazione germoglia, mette le radici e porta frutto.
Domenica, 11 ottobre 2020, nella basilica di Saint-Laurent, durante l’eucarisita conclusiva presieduta da p. Olivier Maire, superiore provinciale di Francia, sr. Rani Kurian, superiora generale delle Figlie della Sapienza, nel suo indirizzo di saluto ha richiamato il senso della ricorrenza. Venire a Saint-Laurent – ha detto – è desiderare di impegnarsi dietro a Montfort nella ricerca della Sapienza. Significa, sull’esempio di questo ardente missionario, coinvolgersi nella straordinaria avventura di Dio che privilegia i sentieri umili. Significa volere proclamare la speranza ai poveri e l’amore folle della Sapienza eterna e incarnata per ogni uomo.
Aperto il centro di spiritualità «Totus Tuus» a Medjugorje
Lo scorso 2 luglio 2020 a Medjugorje si è ufficialmente aperto il Centro di Spiritualità “Totus Tuus” della Associazione Maria Regina dei Cuori, con la presenza dei Missionari Monfortani.
Dopo la richiesta di Nulla Osta per una nostra presenza in Medjugorie a nome della Provincia e della Amministrazione Generale, la risposta positiva non si è fatta attendere. Così Mons. Henryk Hoser, Visitatore Apostolico inviato dalla Santa Sede, con le funzioni di ordinario del luogo, ha avuto la gioia di ricevere il Decreto del Generale, P. Luiz Augusto Stefani, di erezione e costituzione del Centro della nostra Associazione in Medjugorje. Concluso l’iter canonico, si sta ora provvedendo al riconoscimento civile, passo necessario per poter operare anche con questa sicurezza.
Il Centro prevede la presenza di un gruppo di laici Consacrati con Voti della Associazione
Maria Regina dei Cuori, di lingua italiana, polacca e croata. Direttori del Centro sono i confratelli P. Giovanni Maria Personeni per la lingua italiana e P. Michele Filipovic per la lingua croata e polacca.
Il Centro è aperto anche a tutti i confratelli della Congregazione che desiderano essere
di aiuto nell’accogliere e accompagnare sacerdoti e fedeli laici che trovano in Maria e nella spiritualità della consacrazione monfortana un serio cammino di santificazione.
Il servizio svolto attraverso il centro di spiritualità, consisterà nell’accompagnamento dei pellegrini, in catechesi sulla spiritualità monfortana, testimonianze da parte dei nostri laici, giornate di esercizi spirituali, che preparino o accompagnino alla consacrazione, e poi ancora, confessioni in Chiesa, trasmissioni radiofoniche o televisive.
Nuova edizione degli Scritti spirituali di Montfort
La nuova edizione delle Opere presenta gli scritti spirituali di Montfort riveduti per la traduzione, rinnovati per le varie introduzioni, presentazioni, note e indici. La Congregazione monfortana ha inteso offrire una “edizione autorizzata”, di fronte alle manipolazioni o falsificazioni del pensiero stesso di Montfort, come a volte accade di sentire o di leggere.
Perciò le traduzioni privilegiano il senso letterale, compatibilmente con una buona scorrevolezza in lingua italiana. Inoltre, data la natura di un volume che si differenzia dalle edizioni separate dei singoli scritti di Montfort, si è voluto mantenere una vicinanza più marcata con gli originali manoscritti, per esempio conservando nel testo i passi in latino, tradotti subito in nota a piè di pagina. Lo stesso per le citazioni bibliche, riferite solo in nota e tradotte ora secondo la versione CEI 2008.
In una prima sezione del volume si sono collocate le opere maggiori di Montfort “scrittore”, quelle meglio conosciute dal pubblico e di maggior interesse per la sua specifica spiritualità. In una seconda parte viene presentato Montfort “missionario”, con la sua personalità storica, i suoi metodi e lo stile di predicazione, con gli scritti in funzione apostolica. La terza parte, pure notevole per ampiezza e originalità, è per Montfort “fondatore”, con i relativi testi fondazionali.
L’introduzione generale alle Opere, necessaria per presentare al lettore principiante l’insieme sia della figura di Montfort, che del suo insegnamento spirituale, è preceduta in apertura del volume, dalla Lettera alle Famiglie monfortane, del papa san Giovanni Paolo II, il più alto e ufficiale riconoscimento del valore teologico e spirituale della dottrina di san Luigi Maria di Montfort nella Chiesa di oggi.
padre Battista Cortinovis smm